Tra un bicchiere di neve e un caffè come si deve
variazioni da brani di
“TRE SORELLE”
di Anton Cechov
reading teatralizzato in “Ironia il tuo nome è donna”, rassegna del Consorzio Utòpia al Nuovo Teatro Sanità
con Riccardo De Luca, Elisabetta De Luca, Roberta De Pasquale, Annalisa Renzulli, Salvatore Veneruso
regia di Riccardo De Luca
Vorrei dire una cosa che disse Cechov e che si attaglia perfettamente con il lavoro del Consorzio Utòpia, dove la ricerca artistica e l’incontro/scontro con la realtà è pane quotidiano: Cechov: “L’artista desidera cose che il mondo reale concede con parsimonia, e crede (utopisticamente) di poterle trovare. Per intanto, ci lascia questa sua ricerca, che è bella ugualmente.”
Questo spettacolo si apre con una canzoncina che viene dal vaudeville, una forma di teatro comico vicina al nostro avanspettacolo: è il motivetto che Cebutìkin, uno dei personaggi di “Tre sorelle”, canticchia di continuo.
Racconta Stanislavskji che quando si fece la prima lettura di “Tre sorelle” gli attori esclamavano: “che dramma!”, “che tragedia!”. Cechov uscì dal teatro imbestialito e disse a Stanislavskji: “Ma come, io ho scritto un vaudeville, e gli attori lo prendono per un dramma? Io dico alla gente: guardate come vivete male! Che c’è da piangere in questo?”
In scena le tre sorelle: la radiosità di Olga, la primogenita, che ricorda il passato Moscovita, apre l’opera. Felicità proiettata nel passato e nel futuro – i genitori, Mosca – che è utopia ma è anche ricordo vivo e mai triste. Irrompono il vecchio dottore ubriacone, Cebutìkin – una specie di “fool” cechoviano, yogi e nichilista – e il cinico e sgradevole Soleni. I personaggi di Cechov finalmente sono uomini contemporanei: piccoli e nevrotici.
La Rivoluzione di ottobre sta arrivando e, parlando del lavoro, Cechov l’avverte: “si avvicina una bella violenta bufera…”
Riccardo De Luca